*Pagina in via di costruzione, se interessati alla lettura vi avvisiamo che sarà necessariamente soggetta, ad oggi, ad errori, imprecisioni inesattezze e in via di correzione*
Proveremo a rispondere ad alcune domande:
Chi sono stati i primi esploratori delle grotte?
La speleologia è un lavoro?
Chi fa speleologia in Italia?
E, sopratutto, perchè?
Chi sono stati i primi esploratori delle grotte?
La speleologia è un lavoro?
Chi fa speleologia in Italia?
E, sopratutto, perchè?
L'attrazione per le grotte si perde nelle sabbie del tempo, è antica tanto quanto l'umanità stessa: sin dalla preistoria, le grotte offrivano riparo, protezione ed un luogo per celebrare riti. I primi abitatori/esploratori si spingevano poco oltre le ampie entrate, illuminate dai falò che tenevano lontani animali feroci come l'Ursus spelaeus. Sulle pareti, graffiti e pitture rupestri propiziavano la caccia e la fertilità. Le grotte erano una dimora, la sede di un'intensa vita sociale e luoghi di culto e sepoltura: innumerevoli cavità sono ancora oggi oggetto di studio paletnologico, come il complesso dei Balzi Rossi nell'imperiese ligure.
Sappiamo che anche Sumeri ed Egizi le frequentarono a scopi religiosi e sepolcrali, e che proprio questi popoli furono i primi cartografi sotterranei: la prima prova storica di attività speleologica risale all'853 a.C., quando il re assiro Shalmaneser III visitò grotte alle sorgenti del fiume Tigri, come raffigurato in un bassorilievo di bronzo conservato oggi al British Museum.
Le grotte hanno avuto un ruolo fondamentale nella mitologia e nelle religioni, talvolta con accezione di vita, talvolta con accezione malefica: il "miracoloso" grottone di Lourdes è un esempio di come, dopo tanti secoli, le cose non siano cambiate più di tanto. Nella mitologia greca, la caverna era simbolo del mistero della fertilità ed in seguito divenne nota come via d'accesso all'oltretomba. I Romani ebbero l'impulso di studiare le acque proprio perchè molte grotte venivano da loro utilizzate a scopo termale e curativo.
L'avvento del cristianesimo, nel tentativo di debellare i culti misterici pagani, che ben presto trovarono rifugio nel sottosuolo, diede la spinta ad associare alle grotte il covo di forze oscure e malefiche. Così nasce la nota iconografia delle caverne popolate dal demonio. dalle streghe e dai folletti, che raggiunge il suo apice nel Medioevo, quando la grotta diviene il covo del drago. Più realisticamente, le grotte furono in molte occasioni, nel corso della storia, rifugio per eremiti e banditi.
I precursori:
Nel 1213, la Grotta di Postumia testimonia le prime esplorazioni documentate con firme e scritte. Leonardo da Vinci, all'inizio del XVI secolo, visita e descrive due grotte lombarde, inaugurando una nuova era.
Il XVI secolo segna la nascita vera e propria della speleologia: Piero Coppo studia il fiume Timavo nel Carso Triestino, mentre in Belgio si esplora la Grotta di Han-Sur-Lesse. Alessandro Alberti esplora grotte d'Italia e studia il Timavo, avviando ricerche sulle concrezioni.
Nel 1689, Giovanni Valvassor scopre il Proteus Anguinos, unico vertebrato cavernicolo d'Europa. Athanasius Kircher pubblica "Mundi Subterranei", un'opera che raccoglie le teorie dell'epoca.
Antonio Vallisneri, Gottfried Wilhelm von Leibniz, Giovanni Arduino e Alessandro Volta contribuisono allo sviluppo della speleologia. Pietro Simone Pallas esplora le grotte della Russia. Nel Carso, Lindner raggiunge il corso sotterraneo del Timavo.
Nel 1894, Edouard-Alfred Martel pubblica "Les Abimes", considerato l'inizio della speleologia moderna. Esplora 230 cavità in Europa, inventando il termine "speleologia" e descrivendo le tecniche esplorative.
Nel 1883 nasce a Trieste la prima Commissione Grotte, seguita da altre in diverse città italiane. Nel 1903 viene fondata la Società Speleologica Italiana. Il libro "Duemila grotte" di Boegan e Bertarelli (1925) diventa una Bibbia per gli speleologi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la speleologia italiana si riprende e diventa un punto di riferimento mondiale. Nuove tecnologie e tecniche di esplorazione aprono nuovi orizzonti.
Sappiamo che anche Sumeri ed Egizi le frequentarono a scopi religiosi e sepolcrali, e che proprio questi popoli furono i primi cartografi sotterranei: la prima prova storica di attività speleologica risale all'853 a.C., quando il re assiro Shalmaneser III visitò grotte alle sorgenti del fiume Tigri, come raffigurato in un bassorilievo di bronzo conservato oggi al British Museum.
Le grotte hanno avuto un ruolo fondamentale nella mitologia e nelle religioni, talvolta con accezione di vita, talvolta con accezione malefica: il "miracoloso" grottone di Lourdes è un esempio di come, dopo tanti secoli, le cose non siano cambiate più di tanto. Nella mitologia greca, la caverna era simbolo del mistero della fertilità ed in seguito divenne nota come via d'accesso all'oltretomba. I Romani ebbero l'impulso di studiare le acque proprio perchè molte grotte venivano da loro utilizzate a scopo termale e curativo.
L'avvento del cristianesimo, nel tentativo di debellare i culti misterici pagani, che ben presto trovarono rifugio nel sottosuolo, diede la spinta ad associare alle grotte il covo di forze oscure e malefiche. Così nasce la nota iconografia delle caverne popolate dal demonio. dalle streghe e dai folletti, che raggiunge il suo apice nel Medioevo, quando la grotta diviene il covo del drago. Più realisticamente, le grotte furono in molte occasioni, nel corso della storia, rifugio per eremiti e banditi.
I precursori:
Nel 1213, la Grotta di Postumia testimonia le prime esplorazioni documentate con firme e scritte. Leonardo da Vinci, all'inizio del XVI secolo, visita e descrive due grotte lombarde, inaugurando una nuova era.
Il XVI secolo segna la nascita vera e propria della speleologia: Piero Coppo studia il fiume Timavo nel Carso Triestino, mentre in Belgio si esplora la Grotta di Han-Sur-Lesse. Alessandro Alberti esplora grotte d'Italia e studia il Timavo, avviando ricerche sulle concrezioni.
Nel 1689, Giovanni Valvassor scopre il Proteus Anguinos, unico vertebrato cavernicolo d'Europa. Athanasius Kircher pubblica "Mundi Subterranei", un'opera che raccoglie le teorie dell'epoca.
Antonio Vallisneri, Gottfried Wilhelm von Leibniz, Giovanni Arduino e Alessandro Volta contribuisono allo sviluppo della speleologia. Pietro Simone Pallas esplora le grotte della Russia. Nel Carso, Lindner raggiunge il corso sotterraneo del Timavo.
Nel 1894, Edouard-Alfred Martel pubblica "Les Abimes", considerato l'inizio della speleologia moderna. Esplora 230 cavità in Europa, inventando il termine "speleologia" e descrivendo le tecniche esplorative.
Nel 1883 nasce a Trieste la prima Commissione Grotte, seguita da altre in diverse città italiane. Nel 1903 viene fondata la Società Speleologica Italiana. Il libro "Duemila grotte" di Boegan e Bertarelli (1925) diventa una Bibbia per gli speleologi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la speleologia italiana si riprende e diventa un punto di riferimento mondiale. Nuove tecnologie e tecniche di esplorazione aprono nuovi orizzonti.